lunedì 8 settembre 2014

10. La Gola Del Vorotan


Sull'Armenian Silk Road
Il nostro viaggio riprende di buon'ora costeggiando il lato ovest del lago lungo più di 80 km. La prima sosta è al monastero di Hayravank, sorto su un promontorio che domina il lago. La struttura in tufo, molto semplice, è nello stile tradizionale armeno risalente al 900 d.c. Nei dintorni sono disseminate anche numerose Khatchkar, le pietre tombali armene. Siamo le uniche persone presenti e il monastero è aperto con all'interno alcuni oggetti sacri che a mio giudizio sarebbe meglio proteggere.

Hayravank




Nei pressi di Martuni abbandoniamo il lago e cominciamo a salire fino ai 2.400 metri del Selim Pass. Siamo circondati da immense praterie e da distese di frumento appena tagliato. I colori della campagna sono talmente belli e accesi come non ne avevo mai visti. Attraversiamo qualche villaggio caratterizzato dalle tipiche piramidi fatte con le balle di paglia. Alcune sono talmente alte che c'è da chiedersi come abbiano fatto a realizzarle. Al nostro passaggio qualche bambino si avvicina timidamente con curiosità, mai invadente e sempre molto riservato come tutti gli armeni.




















Pochi km dopo il passo ci fermiamo ad uno spettacolare caravanserraglio in pietra del 1.300. Qui incontriamo una coppia di piemontesi in camper diretti a Yerevan. Sarà l'unico camper che vedremo durante la nostra permanenza nel Caucaso.

Selim Caravanserai












Si sta benissimo, la temperatura è di 21°, non vorrei più scendere da queste cime ma inesorabilmente dobbiamo proseguire fino ad incontrare la strada che da Yerevan conduce in Iran. La imbocchiamo in direzione sud perchè la meta di oggi è la Gola del Vorotan, uno stretto canyon che separa l'Armenia dal Nagorno Karabakh. Le guide suggeriscono di stare molto attenti da quelle parti a causa della presenza di mine inesplose a bordo strada e di qualche cecchino che di tanto in tanto fa sentire la sua presenza. Da quel che ho potuto constatare di persona mi sembra un'esagerazione.











Nella Gola del Vorotan andiamo a visitare il monastero di Tatev raggiungibile percorrendo uno sterrato di montagna di circa 15 km. La strada, o meglio la pista è lasciata volutamente in pessime condizioni per favorire l'utilizzo di una nuovissima e spettacolare funivia che con lunghissime e altissime campate attraversa più volte la tortuosa gola sottostante.

Il Nagorno Karabakh
La Sterrata per Tatev












Il monastero di Tatev si appoggia su una fortificazione naturale rocciosa sul versante destro della Gola del Vorotan. La vista spazia fino alle vette del Karabakh sull'altra sponda della valle. Il grande monastero fortificato racchiude al suo interno la Chiesa Principale e una serie di altre cappelle, tutte molto belle e ben tenute. Nel cortile c'è anche un'incantevole colonna ottagonale alta 8 metri.

Tatev















Lasciamo Tatev in direzione di Goris e dopo esserci ripuliti la gola dalla polvere dello sterrato cerchiamo un hotel per passare la notte. Ne troviamo uno con parcheggio custodito e riscontriamo che anche qui i prezzi sono ottimi. Per una doppia in un buon albergo si spendono al massimo 40 euro e si può cenare discretamente con 10 euro a testa. Rimane solo la difficoltà a farsi capire dal personale perché quasi nessuno parla inglese. 
Il nostro Hotel ha due ristoranti ma quello più elegante è riservato stasera ad un gruppetto di russi arrivati con costose auto guidate dalle guardie del corpo. Ci accomodiamo nell'altro, comunque bello, dove a fatica riusciamo ad ordinare della zuppa, riso in bianco e, tanto per cambiare, carne alla brace. Siamo arrivati al giro di boa del nostro interessante viaggio, da domani inizia il rientro.