lunedì 8 settembre 2014

8. La Strada Militare Georgiana


Tsminda Sameba e Il Monte Kazbegi

Mantenendo l'hotel a Tbilisi partiamo per Stepantsminda, villaggio ai piedi del maestoso monte Kazbegi al termine della famosa "Strada Militare Georgiana". Il tracciato si snoda in una vallata di incomparabile bellezza e di grande suggestione per oltre 150 km e termina al confine russo, il cui transito è ancora precluso agli europei. Sul fondo di una valle molto ampia scorre un fiume che alimenta il lago Zhinvali dalle acque color turchese sulle cui sponde sorge un grazioso monastero al quale dedichiamo una breve visita.

Il Lago Zhinvali



















La strada si inoltra sempre più nelle remote zone montane caratterizzate da immensi pascoli dominati dalle alte vette del Caucaso. Il traffico è scarso e incontriamo quasi esclusivamente auto di russi presumibilmente in vacanza. In ogni paese che attraversiamo, ai lati della strada ci sono decine di signore che vendono frutta, ortaggi, succhi, miele ed altri articoli di produzione artigianale. Una caratteristica della campagna georgiana che abbiamo riscontrato un po dappertutto.
Superate le cittadine di Ananuri e la stazione sciistica di Gudauri si giunge al Jvari Pass a 2400 msl, punto più alto del pecorso nei cui pressi c'è una singolare rotonda panoramica mentre sull'altro versante della montagna si incontra una particolare formazione calcarea di colore rosa-arancione.

Nei pressi dell' Jvari Pass








La formazione calcarea













A Kazbegi (Stepantsminda) imbocchiamo la ripida pista sterrata che conduce alla trecentesca chiesa di Tsminda Sameba situata a 2200 metri di altitudine. Più che una strada la definirei una mulattiera con pietre smosse dove si avventurano solamente mezzi a trazione integrale rialzati. Ad un certo punto siamo costretti a rinunciare, oltre che per la difficoltà a salire con moto pesanti come l'adv, sopratutto perchè i veicoli saliti prima di noi stanno scendendo a causa di una frana che ha reso impossibile raggiungere il sito se non a piedi. Peccato perchè ci tenevamo proprio a salire fin lassù con i nostri mezzi. Ci consoliamo allora percorrendo la gola di Dariali fino alle vicinanze del confine russo terminando poi la gita a Kazbegi con un sostanzioso spuntino.











Sulla via del ritorno mi sono ritrovato a riflettere sullo strano carattere dei georgiani. E' da qualche giorno che sto cercando con impegno di cogliere degli spunti positivi, così come avevo letto,  ma in realtà ho quasi sempre riscontrato il medesimo atteggiamento distaccato, poco socievole, al limite della maleducazione. Non sto affermando che non sia brava gente, tutt'altro, però un po più di calore, in particolare con i turisti, non guasterebbe. Entrando nei locali pubblici, bar e ristoranti, è raro che i gestori/proprietari ti salutino. I camerieri ti portano il cibo appoggiandolo svogliatamente sul tavolo senza uno sguardo o una parola. Solo dalle parti di Zugdidi siamo stati accolti con un pochino più di entusiasmo, in particolare da un signore che informatosi sul nostro itinerario ci ha regalato una foglia di alloro come portafortuna e che io per scaramanzia ho conservato fino a casa.














Rientrati a Tbilisi ci rechiamo a visitare la Cattedrale di Tsminda Sameba, un edificio di recente costruzione alto 84 metri sovrastato da un'enorme cupola dorata.  Questa bella chiesa offre un magnifico spettacolo, sopratutto alla sera, quando è completamente illuminata da una luce giallastra. Poco distante c'è il Palazzo Presidenziale, un gigantesco edificio moderno circondato da baracche e case diroccate. Uno dei tanti contrasti della Georgia. La Georgia ed in particolare Tbilisi mi ha dato l'impressione di essere una terra di conquista, dove si vive e si lascia vivere, senza troppe regole da rispettare. E' il classico posto dove comanda il danaro e chi ne ha parecchio può fare quello che vuole.

Cattedrale di Sameba a Tbilisi