lunedì 8 settembre 2014

5. Lo Svaneti


Nello Svaneti
Lasciamo Batumi seguendo la costa oltrepassando Kobuleti, la cittadina più rinomata del Mar Nero Georgiano. Superata Kobuleti, la strada praticamente deserta, ci porta fino a Zugdidi attraversando frequenti corsi d'acqua e un territorio verde e rigoglioso. Decidiamo di prendere subito l'hotel per lasciare i bagagli ed essere liberi di tornare anche a tarda ora senza l'assillo di trovare un posto per la notte, quindi partiamo subito per lo Svaneti in direzione di Mestia.












  Sono 140 km di una bella strada di montagna che sale regolare in una suggestiva vallata circondata dalle vette innevate del Caucaso Maggiore. Lungo il tortuoso e selvaggio tragitto incontriamo solo qualche raro pulmino 4x4 ed un folto gruppo di ciclisti in vacanza. Il tempo bello ci consente numerose fermate per ammirare il grande e lunghissimo lago artificiale, le numerose cascate e gli scenografici ponti sospesi.












Dopo quasi quattro ore immersi in uno scenario straordinariamente bello e misterioso finalmente arriviamo a Mestia, dove possiamo ammirare in tutta la loro bellezza le caratteristiche torri difensive in pietra erette dal popolo svan un migliaio di anni fa. A Mestia incontriamo anche qualche gruppetto di turisti costituiti essenzialmente da escursionisti che con tenda e sacco a pelo percorrono i bellissimi sentieri che conducono a pittoreschi villaggi di montagna.

A Mestia
Le Torri Svan















La gente è piuttosto schiva e riservata, così come una giovane mucca che ha risposto ad una mia carezza con una cornata. Fortunatamente le mie doti da torero mi hanno permesso di schivarla.
Vorremmo andare ad Usghuli ed allo Zagar Pass ma è già tardi ed avendo piovuto di recente la strada sterrata risulta impraticabile per le nostre moto che montano gomme da strada.
Ci rassegniamo e ci consoliamo con uno spuntino a base di formaggi locali e poi ci rimettiamo sulla strada del ritorno riassaporando lentamente gli straordinari paesaggi già visti all'andata.















Prima di partire per questo viaggio avevo letto articoli che evidenziavano la mancanza di sicurezza per i turisti stranieri che si avventurano in queste zone remote. Ho riscontrato invece che l'unico vero grande pericolo è rappresentato dalle centinaia di mucche e maiali che vagano liberi lungo il percorso. A volte te li trovi all'improvviso dietro ad una curva obbligandoti a frenate e sterzate pazzesche. Anche la strada, seppur quasi interamente asfaltata, può costituire un serio rischio a causa di frane, cedimenti, pozze d'acqua e sassi sulla carreggiata. Ma se non fosse così che avventura sarebbe?
Una volta rientrati nel modesto hotel di Zugdidi fatichiamo un tantino a farci dare le stanze dal tipo alla reception che, tanto per cambiare, non parla una parola d'inglese.
Ceniamo nel migliore ristorante della città assaporando una specialità locale: involtino di maiale ripieno di formaggio e verdure. Un tantino piccante ma squisito.

L'Hotel di Zugdidi