lunedì 8 settembre 2014

13. In Turchia - Il Rientro


Akhaltsike
Lasciamo l'hotel di prima mattina ed andiamo a visitare la cittadella di Akhaltsike perfettamente ricostruita. E' bella ma dopo aver visto decine di costruzioni autentiche con le pietre originali e le iscrizioni risalenti a più di 1.000 anni fa, questa suona troppo di falso. Un po come Porto Cervo.











Alle 8 siamo già in frontiera distante solo 20 km dalla città. E' chiusa e ci dicono che apre alle 10, non ci resta quindi che aspettare. Davanti a noi ci sono 3 auto di azerbaijani coi quali Paolo fa qualche tiro a pallavolo sul grande piazzale ma poi le guardie, non si sa per quale motivo, li fanno smettere. Allora ci sdraiamo sul prato in attesa dell'apertura ma anche in questo caso siamo richiamati malamente dalle guardie di frontiera. Finalmente tocca a noi e nel giro di mezz'ora siamo un'altra volta in Turchia. E' una bellissima e selvaggia zona di montagna che una volta faceva parte della Georgia le cui catene di monti si intrecciano e si perdono in lontananza. Anche i colori sono particolari, si passa dai campi di grano color oro, alle terre arancioni e alle praterie di un verde intenso.

In Turchia








La strada, di recente costruzione, è a 4 corsie anche se non passa nessuno. Durante il tragitto per Erzurum, dove ci fermeremo per la notte, facciamo una sosta nella cittadina di Oltu per visitare la bella fortezza che domina l'abitato. Trovandola chiusa ci dobbiamo accontentare di qualche foto dall'esterno e poi proseguiamo per la nostra strada.

Oltu












Giunti ad Erzurum, città posta a quasi 2000 metri di altitudine, prendiamo l'hotel come d'abitudine in centro e ci dedichiamo agli acquisti. Noto ancora una volta che in Turchia non ci sono barboni o mendicanti, contrariamente ai paesi del Caucaso dove invece purtroppo non si contano.
Il mattino seguente ci alziamo presto per affrontare una lunga tappa di mero trasferimento senza alcuna visita da fare. Il paesaggio, inizialmente bello, diventa poi monotono man mano che si scende dalle montagne più alte.
Per la notte ci fermiamo a Yozgat, punto strategico dal quale partire l'indomani per la visita di Hattusa.

Yozgat












Iniziamo la giornata con la visita dell'antica capitale ittita che sorge su una collina ricoprendo una superficie di 160 ettari. Si entra con la moto e si percorre una stradina pavimentata permettendo ai visitatori di accedere ai siti più interessanti tra i quali i resti della fortezza che sorgeva sulla sommità. Non è rimasto molto da vedere tranne alcuni portali con statue in pietra raffiguranti leoni, uccelli e guerrieri. Dall'alto si vedono le fondamenta delle antiche costruzioni e comunque il sito complessivamente risulta piacevole e interessante. A soli 2 km visitiamo anche Yazilikaya, antico luogo di culto ricavato nelle gole di una formazione rocciosa. Qui si possono ammirare degli splendidi bassorilievi che da soli valgono la visita ad Hattusa.

Hattusa




















































Al termine del nostro giro durato complessivamente un'ora e mezza ci mettiamo in viaggio verso Istanbul con l'intento di attraversarla la mattina del giorno successivo che essendo domenica, il traffico sarà molto più abbordabile del solito. Proseguiamo in autostrada fino a Sapanca, graziosa località sul lago omonimo, dove ci fermiamo per la notte. Gustiamo per la prima volta da quando siamo partiti una cena a base di pesce seguita da una bella passeggiata sul pittoresco lungo lago.

Rimaniamo colpiti dalle numerose ragazze e giovani donne che portano il velo o che sono vestite di nero con il volto interamente coperto. E' una cosa che abbiamo già riscontrato nei giorni precedenti. Il fenomeno ci sembra in aumento rispetto all'anno scorso e in controtendenza rispetto alla modernizzazione in atto della società turca. Speriamo che sia solo un'impressione errata e che il fondamentalismo islamico non faccia proseliti anche in questo bel paese a cavallo tra oriente e occidente.

Sapanca